IMMAGITURE - i testi

DIARIO DI BORDO

SUBITO UN ABBORDAGGIO FERMI IN PORTO A PUNTA ALA IL 4 AGOSTO 2011 ORE 13:40: RICORDO CON DUBBIO ETICO MORALE

I vestiti in cabina appesi
traspirano come pelle svuotata
odorosi ricordi della giornata
passata, in cui, allegri e tesi,

attendendo su Nireas, per un mese
di ferie, dopo una lunga stasi,
si assisté a nuove sorprese
fin allora sconosciute o quasi:

l’ancora, ormeggiati in banchina,
arò una barca di passaggio vicina
creando dei danni terrificanti:

cime, come tante stelle filanti,
saltarono via, e certo dubbio corto

sorse: al largo è meglio del porto?




UMANA RAZIONALE

Giorni d’addio
Giorni dal gusto insipido
Giorni di magre vacche
Tempi d’addio
Tempi d’incontri rassegnati
Segnati  a spruzzi da sprazzi di leggera serenità
Spazi d’addio
Spazi di caldi letti
Avvolti da audacismi di lei
Un’altra
Da me ben accolti
Ma poi lei
L’altra mi disse:
“Sono mestruata, è un macello!”
E mesto anch’io ripetei in modo atonale: “è un macello”
E mentre lo dicevo
pensavo ai giorni addietro
A quelli dell’addio a quelli mari
E alle vacche e alle vaccate
Da compiere
Per poterle esorcizzare
Ed allontanare
E mentre dicevo
Iimmaginando macelli
Vacche
Ferite
Feritoie
Mi drizzai
Rimanendo sdraiato
Con in mano un uccello
Che ancora stride nel mio cervello
Con lei accanto
Immobile
Sanguinolenta e anelante
Mestruata
Come una vacca squartata
Al macello
Ancora rimpiango
Che mi hai fatto evitare un’altra vaccata
E rido pensando
Che a ciò mi ha indotto tu
Una vacca sanguinante
Ma giustamente
Solo la vacca
Può essere
La guardiana
Delle vaccate
E se sei malizioso o no
pensala come ti pare
ma la questione mala è la fenditura




UMANO RAZIONALE

In alcuni momenti
Come in questo,
Vorrei che senza le parole
si creasse una cimica
Omosimpatia
Con una donna
Che avesse voglia
Di onorarsi (la fica) e di santificarmi (il cazzo),
In un’armonica melodia
Di sode coscienze, che rapprendono
e le ragioni e le follie e i pazzi
Organi che fischiano a festa
Nelle cappelle sontuosamente addobbate
Della basilica orgiastica della testa
Ma quasi sempre frustrata è questa voglia
Sempre nascondiamo le nostre intimità
Facendoci scudo ance solo con esile foglia

La torre è fuoco
Il cavallo è il mostro
La regina è il ghiaccio
Molto ho fatto
Molto ho giocato e pure osservato
Eppure sono così stanco
che solo una sega …
Giullarità

Tra’r risveglio e ’’assopimento de’istinto tra core e cervello
M’’o punzecchio co’’n bastone a punta elettrificata
E subbito s’accenne saccente in me er mio demente,
Ergendosi solitario trai cespugli der core e der cervello
’Na naturomica vibbrazione der cazzo m’attraversa
Er corpo ‘ntero da’ capelli a’ piedi in modo variopinto,
Come ’n razzo colorato ’n celo E lì se risveglia l’istinto

’A speranza è che’r trittico rimanga a bbraccetto
Come tre amici omertosi della micizia E gelosi
N’ modo ch’er vive e’r pensà siano ’n rapporto stretto
O fors’è’r caso che quer saccente demente
Trino Uno fra due Stia ormai ’n po’ zitto
Pe’ vive senza penzà a ’st’innumerevoli casi

M’ha rotto ’sto cazzo de’ perlaceo scritto


E se sei malizioso o no
pensala come ti pare
ma la questione mala è la fenditura


e così
fra mani
floreali
si eresse
lo stelo
dell’essere

la feritoia che secerne
dolce letteratura




ANIMALI IPER-RAZIONALI

La coscia del potere
Quando un umano
Prende per la coscia
La coscienza del potere
Ecco che è obbligato
A mostrare il sedere
A quello stesso potere
Che mai si accascia
E sempre si accoscia


Il sesso è
Ora che si apre
La mente e il cuore
Funzionale
Alla riproduzione procreatrice
Al godimento
E
Dicono
Alla realizzazione dell’amore

Ma adesso ce si può
Procreare senza trombare,
Praticare la sessualità
Cosa sarà?
Solo amare?
O solo godere?
E se amare e godere fossero
Sinonimi?
Diventeremmo tutti uguali e sostituibili?
Forse potremmo non più lavorare
E lasciando di lavorare potremmo
Spensierati
Ricominciare a trombare
Non si correrebbe più il rischio
Di ritrovarsi imbarazzati con in braccio un marmocchio;
E forse godendo e amando ci estingueremmo!


Ora che anche l’attività sessuale
È stata interpretata come
Possibile veicolo interpretativo
Di paranoie maniacali;
Ecco che anche lei lo è
Divenuta
Una maledetta malattia
Che occorrerebbe prevenire
Come se fosse
Un mal di denti
Io invece credo che molto
Più occorrerebbe frequentare
Cuscini e letti
Se l’ideale è l’amore
Beh, cazzo
Fica ano e bocca
Facciamolo!
E non pensiamo più?
Usiamo le mani!!!!!!!!


Lo Scopo
Ossimorico
Sintetico
Primo e ultimo è
Come lo scopo di quando si spazza
Mentre si scopa
Lo scopo
Non è raccogliere la polvere da per terra,
Quella polvere incenerita;
E nemmeno l’orgasmo è uno scopo senza scopo è il ritmo è il va  e vieni!

Il difficile è praticare
e tenere un ritmo a levare,
che in realtà è un doppio battere

In ogni caso
Scopare
Trombare
Avanti e indietro,
O
Purtroppo
Mannaggia
In circolo marciare
Marciare è marcire
Meglio scopare!
Il difficile è praticare
E tenere un ritmo a levare che in realtà è un doppio battere




ANIMALE TALMENTE RAZIONALE DA ESSERE DIVINO


Medito sul medio
Medito
Sospeso nel medio
Fra terra e cielo e mare
Immerso in questo panorama
Mediterraneo
Ormai sfilacciato
Medito
Appollaiato
Sulla cima
Del dito medio
Di dio
Medito


L’invaginazione è immaginazione
L’immaginazione è penetrazione
È fuoriuscita entrante
Battente alternativamente


Il me si è
Rinvaginato
Nell’io …. Aaaaaah
Ne fuoriuscirà
Per poi rinfoderarvisi
Già lo si sa ….. Ma
Gioioso gaudio,
Questo è l’antico
Originale traumatico
Dramma


Il dramma è che nessuno
Può farsi legalmente
Rappresentare per un vero
E reale amoroso
Atto sessuale


Il neutro non è né questo né quello
Non è maschile né femminile
Ma essendo sempre (solo) senza utero,
il sesso più e meno mostruosamente bello,
Esso è pervaso già dal prominente maschile
Sboccia qui il cappello del fiore bello
Col suo penetrante profumo femminile
È questo un osceno invaginamento tetro?
Volendo non si è circondati ce da falli
Forse da errori
A me
A me essi rinviano all’utero e
Quindi
Ermafroditamente
Al  giusto
Al neutro
Il doppio è già
Un neutro giusto monoicista zero?


E se sei malizioso o no,
Pensala come ti pare,
Ma la questione mala è la fenditura
Questa rigogliosa capigliatura


Mi piacerebbe
precipitare
in un pozzo
lungamente profondo
come il mio pene




Brindisi blu

Il muro era tutto blu
Ti ci sei appoggiato tu
stanco e affranto
La birra hai versato
guardando più in basso del giù
e chissà perché
anche quella divenne blu

Le vin est semblable à l’homme.
Un homme qui ne boit que de l’eau a un secret à cacher à ses semblables.
Un vieil auteur inconnu a dit : rien n’égale la joie de l’homme qui boit si ce n’est la joie du vin d’étre bu.
Il expliquera comment et pourquoi certaines boissons contiennent la faculté d’augmenter outre mesure la personnalité de l’étre pensant, et de créer, pour ainsi dire, une troisième personne, opération mystique, où l’homme maturel et le vin, le dieu animal et le dieu végétal, jouent le rôle du Père e du Fils dans la Trinité : ils engendre un Saint-ésprit qui est l’homme supérieur, le quel procède également des deux.
Le vin exalte la volonté. Le vin est un support physique. Le vin rend bon et sociable. Enfin le vin est pour le peuple qui travaille et qui mérite d’un boire.
Alla salute. Che essa sia anche blu, tu, come lei. Anche blu. Il vino versato è viola su blu … come la birra che avevi versato tu  blu




DONNA PETTINE CHE FUMA

Spazzolando
Oggi ripasserei la giornata
Oggi sorvolerei la giornata
a districarmi i capelli
Oggi sorvolerei la giornata
a districarmi i pensieri
Oggi mi farei
spazzola del pensiero
mi giustifico che fumo
è solo un modo per percepire
il mio corpo
che sento perire nell’indifferenza
di questa mia settoriale e virtuale
presenza intellettuale

Perché fumo?
Forse solamente perché
trovo questo rotolino
di carta contenente tabacco
assolutamente esilarante
in quanto stiloso ideale di vita

La vita scritta si avviluppa
e si arrotola e si frulla
secondo le leggi fisiche
impresse all’arrotolamento
dalla particolare struttura
del filtro prescelto

A me piacciono
la vita stretta e le anche larghe
la vita e la sigaretta

Che possa la vita essere
imbevuta di questo elisir
dall’interno; che essa si mantenga
fedele al suo filtro
e che ne segua la sorte;
e che sia aspirata
e di rosso infiammata
con passionevole carità

Che sia quella che,
qui codardo, chiedo?

Forse
fumo per non arrendermi
alla scommessa concorsuale
della creazione continua
Forse forse

Le vin exalte la volonté
Le hachish l’annihile
Le vin est un support physique
L’hachish est une arme pour le suicide
Le vin rend bon et sociable
Le hachish est isolant
L’un est laborieux  l’autre paresseux
Le hachish appartient à la classe des joies solitaires
Est impropre à l’action

Il ne console pas
Il ne fait que développer outre mesure la personnalité humaine dans les circonstances actuelles
Vous avez jeté votre personnalité au quatre vents du ciel et maintenant vous avez de la peine à la rassembler et  la concentrer

Non solo perché quando abbiamo mangiato l’hascisch non sappiamo più nulla di ciò che è brutto   Si diventa così sensibili … al punto di temere che un’ombra che cade sulla carta possa danneggiarla   In queste circostanze era ormai impossibile parlare di solitudine

Questo sprofondarsi o emergere può prodursi nel bel mezzo di una frase

E sullo sfondo di queste dimensioni immense dell’esperienza interiore, della durata assoluta e del mondo spaziale incommensurabile, uno humor meraviglioso e felice si sofferma sulle contingenze del mondo spaziale e temporale

E ricordando quello stato d’animo, vorrei credere che l’hascisch ha il potere di convincere la natura a concederci – meno egoisticamente – quello spreco della nostra esistenza che contrassegna l’amore




LE COLONNE E I FANTASMI DEI VIZI

Il controllo dei gelatinosi vizi
è possibile e necessario
solo sondando gli inizi
e i termini più propizi
per una concezione qualsiasi,
dell’ambito della voluttà,
forse unica origine all’animalità,
a questa mia razionale umanità

Che l’unico modo virtuoso
di sopportare il lusso
sia l’esercizio
nel e del vizio?
Solo l’amore odiato,
mi si dica,
può essere amato?

Circondato da anime,
più o meno sensibili e calorose,
mi chiedo se anche voi, vogliose
anime, in questa stanza assenti,
non troviate che nell’attuale condizione
il fumoso amore non rappresenti,
tra le varie tentazioni, la  più pericolosa

Me lo chiedo
Mi rispondo
Ve lo chiedo, anche a voi assenti,
perché? Perché il resto,
rispetto alla domanda,
beato lui,
lo è di più,
indifferente

O quanto vorrei tramutarmi
tramortendomi nella pianta
di questa bianca stanza
in modo da non potermi
sentirli attratto
da questo amoroso vizio

Purtroppo le memorie
delle nostre intrecciate storie
pretenderanno sempre,
a volte forzatamente,
i loro riconosciuti spazi
proprio nei punti di incrocio
tra le vie dei nostri vizi





DIO-UOVO IN CUCINA

Ma dio
Fra trino
E uno,
Sarai mica quarto?
Sarai mica
Il sesto
Arto?
O il settimo?
Quante le spirali
Da compiere
Per l’omogeneo?

Ma
Dio, decimo,
o lo si rappresenta tutto
o non si è impastato
quasi niente,
e dunque la frittata
non risulterà affatto
fatta, se non al costo
di un fritto bruciante
come una fitta lancinante
nel costato:
ma questo è un altro simbolico
piatto da portata
astronomistico

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